Foto di Patrick Hendry su Unsplash
L’obiettivo dell’inquinamento zero previsto per il 2030 è inteso come la riduzione della contaminazione del mare, dell’aria e del suolo a livelli considerati non nocivi per la salute e gli ecosistemi naturali, rispettando i limiti sostenibili per la Terra e creando, quindi, un ambiente totalmente privo di sostanze tossiche.
Secondo i rapporti “Monitoraggio dell’inquinamento zero e prospettive per il 2025” le normative europee hanno contribuito a ridurre l’inquinamento, ma servono più sforzi per diminuirlo a livelli tali che, pur presente, non sia nocivo per l’uomo e l’habitat. Se è migliorata la situazione legata all’inquinamento prodotto dagli allevamenti e dai pesticidi, molto ancora bisogna fare per il contenimento delle microplastiche, l’agricoltura e l’inquinamento delle città, compreso quello sonoro. Sarà sicuramente difficile ottenere un effettivo miglioramento entro la data prefissata del 2050 se non vengono messe in atto azioni più decise e trasversali, attraverso un’integrazione dei principi dell’inquinamento zero a tutte le politiche ambientali ed economiche dell’UE. Un aspetto chiave sarà lo sviluppo dell’economia circolare, che contribuirà a ridurre il consumo di risorse e minimizzare l’impatto ambientale.
Ma quali sono le sfide significative che bisogna affrontare per raggiungere questo fondamentale obiettivo?
Al primo posto vi è sicuramente la diminuzione dell’inquinamento atmosferico a cui è dovuto un decesso su 8. I livelli di ammoniaca e ossidi di azoto, seppur siano diminuiti, continuano a minacciare la salute umana e gli ecosistemi.
Gli scopi principali sono pertanto quelli di ridurre del 55% le morti a causa dell’aria inquinata e del 50% i pesticidi che compromettono gli ecosistemi e la biodiversità.
Ma non bisogna dimenticare il target della diminuzione del 50% sia della dispersione di microplastiche nell’ambiente, sia dei rifiuti, la cui produzione è ancora in crescita.
Obiettivi quasi raggiunti, probabili, improbabili e impossibili
Tra questi obiettivi, per ora, solo alcuni sono stati parzialmente raggiunti. Le morti premature causate dalle polveri sottili sono diminuite, ma l’obiettivo è stato raggiunto solo per il 45%, mentre si è giunti al 46% di riduzione di pesticidi chimici. Tali ragguardevoli traguardi, però, sono compromessi da una riduzione del solo 25% dei pesticidi chimici più dannosi per l’ambiente.
Foto di Dustan Woodhouse su Unsplash
Gli obiettivi probabili riguardano soprattutto la riduzione degli antibiotici, diminuiti del 30% in tutti i tipi di allevamento, sia di terra che di acqua. Per quanto concerne invece i rifiuti plastici in mare, l’Europa è sulla buona strada, perché le macro e microplastiche in mare e sulle spiagge si sono dimezzate.
Per quanto riguarda invece gli improbabili la situazione della diffusione dei nitrati nel suolo non è affatto mutata. Sarà, quindi, sicuramente impensabile una riduzione che dovrebbe arrivare almeno al 25%. In ambito agricolo, pericolosa resta l’elevata presenza di azoto.
Foto di Markus Spiske su Unsplash
In merito agli obiettivi impossibili, i più allarmanti riguardano l’inquinamento acustico nei grandi centri metropolitani, con una riduzione del solo 2%. Per quanto riguarda i rifiuti urbani che non rientrano nella raccolta differenziata e nel riciclo si è giunti al solo 1,5% sul pronosticato 50%. Il problema maggiore resta legato alle microplastiche disperse nell’ambiente, che anziché diminuire hanno subito un ulteriore incremento. Questi ultimi dati ci dimostrano quanto lontani siamo dalla soglia prefissata dall’Agenzia Europea dell’ambiente.
Cosa si puo’ fare?
Per raggiungere gli obiettivi di inquinamento zero sarà necessaria una piena attuazione e applicazione della legislazione ambientale. Servono sforzi costanti in tutti i settori, sia a livello di UE, che di Stati membri. La cooperazione è fondamentale affinché industrie, pubbliche amministrazioni e società civile agiscano sinergicamente. Ciò significa che il cambiamento non è determinato solo dalle scelte politiche, ma anche da quelle di ogni singolo individuo, dalle piccole azioni quotidiane dei cittadini. Infatti, basterebbe che ognuno di noi adottasse buone abitudini per fare del bene al nostro pianeta e promuovere la sostenibilità ambientale. Ad esempio, si può ridurre per prima cosa il consumo dell’acqua, che andrebbe usata solo quando è necessario. Fondamentale è anche muoversi a piedi e, quindi, usare il meno possibile la macchina per ridurre le emissioni di carburante. O ancora, utilizzare meno carta, scegliere prodotti biologici e ottimizzare i sistemi di riscaldamento/raffreddamento.
Di Rossella Mai Scigliano
Classe V D Liceo Scientifico