Nella foto Andrea Stasi, attualmente in carcere per il delitto

Il 9 aprile l’incidente probatorio vedrà il genetista Giardina al lavoro con un’analisi a largo raggio su reperti mai esaminati prima

Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, la ventiseienne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco, il caso ritorna sotto i riflettori, nonostante il suo ex fidanzato Alberto Stasi sia stato condannato in via definitiva a 16 anni.

L’esposto della difesa di Stasi

Emergono infatti nuovi sviluppi legati a un’ampia attività investigativa richiesta dai pubblici ministeri. Tutto è cominciato il 27 luglio scorso, quando in un esposto gli avvocati di Alberto Stasi denunciano sospetti su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, basandosi su dati genetici ritrovati sotto le unghie di Chiara che non sono riconducibili a Stasi. L’11 marzo la Procura di Pavia chiede di procedere nei confronti  di Sempio e il Gip, riconoscendo la correttezza delle ipotesi, ordina la riapertura del fascicolo.

DNA di Sempio compatibile con tracce rilevate sotto le unghie di Chiara

La Procura si è affidata all’esperto genetista Carlo Previderè, le cui analisi hanno rivelato la presenza di cinque profili genetici maschili sia sotto le unghie della vittima, che su altri dati genetici cristallizzati nella perizia del 2014, alcuni dei quali mai sottoposti ad analisi. Tra questi, spicca un DNA compatibile con quello di Andrea Sempio, mentre si esclude qualunque contatto di Stasi con la mano della vittima. È stato inoltre individuato un altro DNA maschile ancora ignoto che fa ipotizzare l’eventuale presenza di un complice. In conclusione l’esperto sostiene la compatibilità tra il materiale genetico e quello ipotetico di Sempio, che la difesa di Stasi si era procurata rubando una tazzina e una bottiglia d’acqua in un bar. Lo scorso marzo invece Sempio è stato sottoposto regolarmente a prelievo ed ora le la sua traccia genetica, ottenuta in modo lecito, sarà confrontata con la formula dell’incidente probatorio. La giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli ha infatti fissato per il 9 aprile 2025 l’udienza sul maxi incidente probatorio, che vedrà questa volta il genetista Emiliano Giardina  a lavoro  per sottoporre a nuove analisi tutte le impronte trovate nella villetta. In particolare verrà comparato il DNA trovato sui margini delle unghie della vittima con quello di Andrea Sempio e di tutti gli uomini che frequentavano la casa di Chiara Poggi, ma non si limiterà solo a questo. L’incidente probatorio si estenderà a una vasta gamma di reperti mai analizzati prima che potrebbero contenere informazioni cruciali, come frammenti di oggetti rinvenuti sulla scena del crimine, e confezioni di prodotti recuperati dalla spazzatura.

La terribile storia di Chiara Poggi

Il 13 agosto del 2007 la 26enne Chiara Poggi venne trovata morta in una pozza di sangue nella villetta in cui viveva con la famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia, colpita con un oggetto contundente. Secondo le indagini, quel lunedì Chiara era sola in casa, poiché il resto della famiglia si trovava furi e la ragazza avrebbe aperto la porta di casa in pigiama e in maniera spontanea al suo assassino perché lo conosceva.

A ritrovare il cadavere e a lanciare l’allarme fu il fidanzato Alberto Stasi su cui si concentrarono subito le attenzioni degli inquirenti. Il suo atteggiamento, ritenuto freddo e distaccato, i suoi racconti contraddittori e l’assenza di sangue sulle scarpe e sugli indumenti dell’uomo, che secondo gli inquirenti non avrebbe potuto non sporcarsi rinvenendo il cadavere di Chiara, hanno portato al suo arresto e dopo cinque gradi di giudizio, tra assoluzioni e sentenze di condanna, la Corte di Cassazione nel 2015 lo ha condannato a 16 anni di reclusione. Stasi si è sempre proclamato innocente e negli anni il caso ha continuato a suscitare dubbi e polemiche. Ora, con il riemergere di nuovi dati scientifici, la possibilità di fare luce su aspetti mai chiariti prima appare più concreta. Si spera dunque che, a quasi 18 anni dai fatti, si possa finalmente arrivare alla verità.

Di Giada Tundis

Classe IV E Liceo Scientifico Sportivo